Cinque concerti di Musica classica nel chiostro di Villa Mirabello

Da giovedì 15 giugno 2023 al via la rassegna musicale Villa Mirabello Classica 2023 Armonia tra suono e bellezza, che illuminerà l’estate milanese con cinque concerti che si concluderanno giovedì 13 luglio 2023. Gli eventi nascono da un’idea del direttore artistico Alessio Bidoli in collaborazione con Milano Classica.

Al via uno straordinario itinerario per scoprire, ritrovare, ascoltare la musica classica, in una location senza eguale dove la cultura, il talento, il “bello” sono solo alcuni degli ingredienti che rendono gli appuntamenti in programma un’esperienza da vivere dell’estate milanese.

I concerti saranno ospitati nello stupendo chiostro con la possibilità di trasferire gli eventi al coperto in caso di maltempo.

15 Giugno

Il cammino della Musica

Johann Sebastian Bach
Joseph Haydn 
Pëtr Il’ic Cajkovskij

Andrea Bacchetti, pianoforte

I Solisti di Milano Classica:
Eleonora Matsuno e Ida Di Vita, violini
Jamiang Santi e Claudia Brancaccio, viole
Cosimo Carovani e Fabio Mureddu, violoncello
Massimo Clavenna, contrabbasso

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Un cammino che si snoda fra alcuni dei punti di riferimento del paesaggio musicale occidentale. Sono prospettive diversissime, per stile, genere, organico; e tuttavia, insieme, concorrono a creare quell’orizzonte in cui l’intera musica occidentale si muove. Si parte da Bach, punto di riferimento imprescindibile per la nostra cultura musicale, e dal suo Clavicembalo ben temperato, serie di 24+24 Preludi e fughe in tutte le tonalità maggiori e minori.

Il Concerto in re maggiore di Haydn è invece una composizione molto coesa e coerente al proprio interno, in cui alcuni dei tratti tipici del musicista, ossia la sua solarità, ironia, garbo ed eleganza, emergono in modo netto e preponderante.

E se l’esotismo di Haydn guardava ad est, a quell’Ungheria così vicina all’Austria ma anche così diversa, “esotica” per Cajkovskij era l’Italia, che visitò nel 1890 trascorrendo mesi piacevoli vicino a Firenze, mentre componeva La Dama di picche.

22 Giugno

Omaggio a Milstein

Giuseppe Tartini / Fritz Kreisler
Wolfgang Amadeus Mozart

Camille Saint-Saëns
Maurice Ravel

Alessio Bidoli, violino

Luigi Moscatello, pianoforte

 

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Nathan Milstein (1903-1992) fu uno dei più leggendari violinisti del Novecento. Di origine ebraica e nato ad Odessa (Ucraina), fu bambino prodigio ed erede della grande scuola violinistica russa. Alla sua memoria è dedicato questo concerto, un vero e proprio inno al virtuosismo strumentale inteso nel senso più ampio e più alto: non solo abilità tecnica, ma anche e soprattutto padronanza della musicalità e dell’espressività. Entrambe si trovano nel celeberrimo Trillo del diavolo, Sonata composta dal musicista istriano Giuseppe Tartini nel Settecento e poi rielaborata, per aumentarne ulteriormente l’aspetto spettacolare, dal virtuoso Fritz Kreisler.

La Sonata KV 296 di Mozart costituisce uno dei primi esempi di “vero” duo fra violino e pianoforte. Composta nel 1778 da un Mozart ventiduenne, questa Sonata è concepita per valorizzare le qualità espressive e virtuosistiche del violino. Il dialogo fra gli strumenti si presenta già maturo e consapevole. 

Scritta in quattro movimenti, la Prima Sonata dedicata da Camille Saint-Saëns al violino è un intreccio di allusioni al passato e ai grandi maestri che l’hanno preceduto, ma anche un perfetto connubio fra lirismo e cantabilità da un lato, arduo virtuosismo e complessità esecutiva dall’altro.

Infine, la Tzigane di Ravel trasporta in un mondo a sé, fatto di esotismo e di colori ugualmente debitori alla storia del repertorio e alla creatività postimpressionistica del compositore, che, ancora una volta, si dimostra abilissimo nell’appropriarsi di stilemi appartenenti ad altri linguaggi musicali trasformandoli in modo personalissimo in qualcosa di assolutamente proprio.

 

29 Giugno

La Belle Époque

César Franck / Jean-Pierre Rampal
Georges Bizet / François Borne
Cécile Chaminade
Francis Poulenc

Stefano Maffizzoni, flauto

Gloria Cianchetta, pianoforte

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Nell’immaginario collettivo, la Belle Epoque fu un momento magico, irripetibile, in cui una società molto più benestante di tutte quelle che l’avevano preceduta si affacciava con ottimismo e con joie de vivre, con leggerezza e con nonchalance, su un secolo che non poteva immaginare sarebbe stato tanto tragico e sanguinoso quanto il Novecento.

I brani proposti in questo programma ci restituiscono il profumo e il sapore di quell’epoca positiva e positivista. La Sonata di César Franck fu composta come dono di nozze per il violinista cui è dedicata, ed effettivamente non potrebbe esprimere meglio i voti di felicità che si augurano a una giovane coppia. Non meno celebre è la Carmen di Bizet, opera fra le più amate del repertorio per il fascino della protagonista, la tragica vicenda, l’ambientazione “esotica” e i temi memorabili. François Borne creò un brano che fa parte del repertorio dei più grandi virtuosi del flauto, e in cui le sfide tecniche si intrecciano con la bellezza delle melodie e dell’Habanera.

Il bellissimo Concertino della compositrice Cécile Chaminade è uno dei brani più celebri da lei scritti, e probabilmente nacque come brano d’obbligo per gli esami di diploma in flauto del Conservatorio di Parigi. Altrettanto godibile è la celeberrima Sonatina di Poulenc che rivela la personalità del suo autore: ironica, smaliziata, divertente e divertita, nella quale un atteggiamento apparentemente neoclassico diventa lo spunto per creazioni di grande modernità e di ascolto piacevolissimo.

6 Luglio

Vento dal Nord

Johannes Brahms
Edvard Grieg 

Matilda Colliard, violoncello

Stefano Ligoratti, pianoforte

 

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Esattamente dieci anni separano le date di nascita e di morte di Johannes Brahms (1833-1897) e di Edvard Grieg (1843-1907). È un periodo in cui l’egemonia tedesca nella musica strumentale sta iniziando a lasciar spazio a scuole nazionali provenienti dalle “periferie” d’Europa: l’Est europeo, il nord scandinavo, più timidamente anche le aree mediterranee, ancora dominate dalla musica vocale e operistica.

Brahms dedicò molta attenzione alla musica da camera, lasciando alcuni dei suoi capolavori assoluti in quest’ambito. La voce suadente e profonda del violoncello della Prima Sonata, che Brahms utilizza soprattutto nel registro grave, si presta bene a esprimere l’intensità espressiva ricercata dal compositore, e a costruire quel densissimo scambio fra gli strumenti coinvolti che costituirà la cifra espressiva caratteristica della produzione cameristica di Brahms. Fra i tanti punti notevoli di questa Sonata, va ricordata la scrittura severa, ma non per questo priva di passione, che segna il Fugato del movimento conclusivo.

La Sonata di Grieg è un capolavoro che lo stesso musicista amava molto. I tre movimenti si alternano con una grande varietà di situazioni musicali: dall’esuberante espressività del primo, all’eloquio intenso e appassionato del secondo, all’andamento popolaresco ed evocativo del folklore nordico del terzo movimento.

 

13 Luglio

Lieder, Amori, Viandanti

Franz Schubert / Franz Liszt
Sergej Rachmaninov

Giovanni Doria Miglietta, pianoforte

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Franz Schubert è giustamente considerato come il maestro assoluto della Liederistica, ossia di quel repertorio di musica vocale da camera che richiede una vocalità e un approccio al testo totalmente diverso rispetto all’opera: richiedono articolazione, definizione del dettaglio, sfumature espressive infinite. Mentre l’opera è per un grande pubblico, il Lied è primariamente per chi lo suona, quasi in un colloquio con se stesso.

Franz Liszt fu sempre affascinato dalla figura di Schubert, e ne trascrisse numerosi brani, fra cui una cospicua serie di Lieder. Fra i brani presentati in questo concerto, che sono alcuni fra i più celebri e belli dei Lieder schubertiani, “Der Wanderer” è uno dei più iconici, in quanto ci presenta la figura del viandante, simbolo essenziale del romanticismo tedesco e in particolare dell’estetica schubertiana. Altri Lieder rimandano potentemente alla grande letteratura che li ha ispirati, come la celeberrima Serenata (Ständchen) da Shakespeare e “Margherita all’arcolaio” (Gretchen am Spinnrade) da Goethe.

Liszt rielaborò anche due celebri Improvvisi di Schubert: il n. 3 dell’op. 90, a sua volta scritto nella forma di una romanza senza parole, e il n. 2, virtuosistico e brillante. Gli interventi di Liszt aumentano, come spesso accade, la complessità dell’originale, e “modernizzano” la scrittura di Schubert.

Ancora più interessante è la versione di Liszt della Wanderer-Fantasie, il brano pianistico assolutamente più virtuosistico di Schubert. Completa il programma un intenso Etude-Tableau di Sergej Rachmaninov, erede di Liszt per il virtuosismo pianistico e di Schubert per l’appassionato melodismo dei suoi temi.