La fontana del Mangia Bagaj

Ott 3, 2022 | Curiosità, News

Nel 1897 circa, Luca Beltrami, massimo esponente italiano del restauro “storico” dell’epoca, durante un viaggio a Bellinzona rimase colpito dall’originale della fontana sforzesca, trasformata in acquasantiera, all’interno della Collegiata dedicata ai S.S. Pietro e Stefano tipico esempio d’arte scultorea lombarda del miglior periodo rinascimentale 

È dato per certo che in origine la fontana si trovava nel Castello di Vigevano, uno dei tanti del Ducato di Milano, forse il più amato dagli Sforza dato che vi soggiornavano per lunghi periodi, al riparo dalle noie e dalle ansie della vita politica e di corte. Quando e perché questa fontana sia giunta a Bellinzona rimane tutt’ora un discorso molto dibattuto. Ed è attestato che la fontana originale risale alla prima metà del Quattrocento, sicuramente commissionata da Francesco I Sforza, come testimoniano sia la presenza dell’arma antica degli Sforza (il leone rampante che innalza un rametto di una mela cotogna), sia delle imprese scolpite, che risalgono al periodo sforzesco oltre che a quello visconteo (cosa che indica come in quel periodo le due casate fossero unite)

La base della fontana, sostenuta da un possente piedistallo dalla base ottagonale, finito a fogliami, è ornata superiormente da una corona di otto putti ignudi e danzanti in svariate pose che esibiscono otto targhe con scolpite le principali imprese ducali milanesi 

La vasca soprastante la corona di putti, anch’essa ottagonale, ha un diametro di 2 m. Ogni spicchio è ornato da un’impresa ducale con ai lati due mascheroni scolpiti in bassorilievo; alcune di queste imprese compaiono anche nelle targhe accompagnanti i putti. L’insieme è ornato da rami fogliati e fruttiferi di melograno, simbolo di sincerità, liberalità, concordia, unione e cuore magnanimo. 

Purtroppo, il tempo ha cancellato parte dei bassorilievi, ma è comunque possibile intuire i tratti delle varie imprese.